Infatti, circa il 90% dei soggetti che subiscono questa lesione ha un’età superiore ai 65 anni.
Le fratture del femore sono purtroppo un problema sociale in quanto un evento traumatico di questo tipo, per circa la metà dei casi, va a ledere l’autonomia delle persone, che hanno bisogno di assistenza. Anche il tasso di mortalità è abbastanza alto.
Le tipologie di fratture di femore
Esistono diverse classificazioni per definire una frattura del femore. In base alla sede e prendendo in considerazione l’epifisi prossimale, si possono avere fratture intracapsulari, fratture pertrocanteriche e fratture sottotrocanteriche:
- le fratture intracapsulari si verificano a livello del collo e della testa del femore, e sono generalmente all’interno della capsula;
- le fratture pertrocanteriche si verificano tra il collo del femore e una prominenza ossea inferiore chiamata piccolo trocantere;
- le fratture sottotrocanteriche si verificano sotto il piccolo trocantere, una regione che si trova tra il piccolo trocantere e una superficie a circa 2-3 cm più in basso.
Trattamento della frattura del femore
Va effettuata inizialmente una diagnosi che comprenda un esame radiografico, che evidenzia la frattura dei capi ossei. Successivamente la migliore terapia da praticare è la riduzione con intervento chirurgico. Solo in pochi casi si procede invece con l’immobilizzazione.
Dopo l’intervento, di fondamentale importanza è la riabilitazione che consta di diverse fasi. In seguito al ricovero ospedaliero ed ad una prima fase riabilitativa che viene svolta in clinica, il paziente continuerà con la riabilitazione presso la propria abitazione.
Le cure fisioterapiche prevedono molteplici tecniche e tipologie di trattamento in modo da restituire al paziente la miglior autonomia possibile nelle attività di vita quotidiana ed il reinserimento nella vita sociale.
@MARIA TERESA CARROZZO